Questa mattina primo incontro con le classi seconde dell’IC Capozzi Galilei. La scuola di Antonella.
-Ma tu, se ti sentissi in seria difficoltà, ne parleresti con i tuoi genitori?
Io ne parlerei con una mia amica con cui ho parlato in un mio momento molto buio e lei non mi ha mai giudicato. Ma con i miei genitori non sono sicura di riuscirci. Loro, essendo di un altra generazione, sono cresciuti con un tipo di mentalità in cui sentirsi depresso, arreso a se stesso… è come un etichetta negativa. Quindi chiedere per esempio di parlare con uno psicologo viene visto come una malattia nonostante in realtà sia normale.
Si, io chiederei aiuto solo ai miei genitori perché so che loro non potrebbero mai giudicarmi mentre non lo direi mai ai miei amici, tranne ad alcuni, per paura di essere giudicata o etichettata. Lo direi a mia sorella perché so che su di lei posso contare.
Dopo la mia esperienza ho iniziato ad aprirmi di più, nonostante sia molto difficile. Io vorrei tanto aiutare le persone con esperienze simili e mi rende felice vedere che questi temi vengono considerati sempre di più.
Le prime persone con cui mi confiderei se mi trovassi in una situazione non molto bella sono le mie amiche, infatti non riuscirei a parlarne con i miei genitori perché ho paura di essere un peso per loro e di non essere capita.
No, ho chiesto troppe volte aiuto ma ero come invisibile e finivo sempre per piangere da sola nella mia stanza. Però dopo il messaggio della bellissima Antonella ho capito che devo chiedere aiuto perché alla fine i pensieri iniziano a pesare. Grazie Antonella