Il 17 Novembre mi è arrivato questo messaggio:
“Sono un’insegnante d’italiano per bambini e ragazzi stranieri e lavoro alle elementari, alle medie e alle superiori. Mi ha colpito molto la vostra storia e sono andata a vedere il sito della vostra associazione e gli articoli di giornale che hanno raccontato la storia di Antonella
Ho pensato che tutta questa storia non è stata inutile e che può insegnare qualcosa a tantissimi ragazzi. Ho riscritto tutta questa storia in un italiano semplice e chiaro che potessero capire anche i ragazzi stranieri arrivati da pochi mesi e li ho fatti lavorare sulla storia di Antonella
Ora Antonella vive nei cuori di ragazzi di tutto il mondo e che parlano tutte le lingue.
Grazie per aver creato l’associazione
I ragazzi sono rimasti molto colpiti dal fatto che Antonella volesse aiutare tutti coloro che sono in difficoltà e fragili, come spesso accade proprio ai ragazzi stranieri neo arrivati.
Antonella ora vive nei cuori del mondo❣”
Il messaggio mi ha lasciato davvero senza parole… mi è sembrata subito una iniziativa splendida, e così ho contattato l’autrice per saperne di più e per ringraziarla, per quanto le parole possano poco di fronte ad una cosa così bella.
Si chiama Fausta Trentadue, e la sua storia è stata pubblicata sul Corriere della Sera qualche anno fa, ve la riporto:
“”Quando si è ritrovata senza lavoro a causa della crisi – era consulente contabile e fiscale presso una piccola azienda – Fausta Trentadue aveva 45 anni e un figlio piccolo. La ricerca di un nuovo impiego si è dimostrata difficilissima, ma non si è data per persa e si è detta: «Scoraggiarsi e deprimersi non serve a niente, vediamo questa situazione come un’opportunità e proviamo a cambiare delle cose nella vita». Così si è avvicinata al mondo del volontariato. «Prima ho cominciato a insegnare italiano alle donne straniere con l’associazione Alfabeti Onlus di Milano, poi ho voluto impegnarmi a tutto campo», racconta Fausta. «Sono entrata nel progetto Intercultura dell’Istituto comprensivo Narcisi, una scuola elementare e media, che si può definire multietnica per la forte presenza di stranieri, della periferia ovest di Milano».
Il progetto Intercultura coinvolge volontari con competenze adeguate, guidati e coordinati da docenti di ruolo per insegnare l’italiano a bambini e ragazzi stranieri, provenienti da tutto il mondo.
Fausta ha poi ritenuto importante acquisire competenze più specifiche ed ha preso la certificazione dell’Università di Siena per insegnare italiano a bambini e adolescenti stranieri. Ora, oltre ad avere le mattine occupate per aiutare studenti di elementari e medie, dedica un pomeriggio la settimana allo Spazio Pinocchio, ospitato nell’oratorio della parrocchia di San Curato D’Ars a Milano (quartiere Giambellino) e organizzato dalla cooperativa onlus Spazio Aperto Servizi. volontari coordinati dagli educatori organizzano corsi doposcuola che sono frequentati da una cinquantina di ragazzi di diversi ambienti sociali. «Chi ha difficoltà, migliora progressivamente e diventa più responsabile. Si tratta di un servizio utile alle scuole e agli insegnanti con cui siamo collegati per verificare i passi avanti», spiega Fausta. «Gli educatori e noi volontari organizziamo feste insieme ai ragazzi facendo partecipare anche le famiglie, di cui molte straniere (Egitto, Romania, Sri Lanka, Sud America). Tutti possono portare un piatto cucinato da loro secondo le tradizioni del proprio paese; in questo modo si realizza davvero l’integrazione».
Ci sono bambini che rimangono nel cuore più di altri? «Non faccio differenze. I percorsi sono abbastanza lunghi e i rapporti diventano molto affettuosi, confidenziali. I ragazzi hanno bisogno di sentirsi accolti. Quando vengono qui si sentono liberi di raccontare la loro vita, quella con gli amici e con gli insegnanti e io cerco di incoraggiarli», spiega Fausta.
Ovviamente, questa nobile scelta di lavoro volontario comporta qualche sacrificio, visto che in casa c’è uno stipendio in meno. «La situazione familiare mi ha permesso di fare una scelta del genere, mio marito mi ha sostenuto pienamente. L’esperienza con i bambini e i ragazzi mi è piaciuta molto sin dall’inizio e mi ha anche aiutata nel rapporto con mio figlio, che viene alla feste e chiede notizie dei miei ragazzi. Sono convinta che tutte le mamme potrebbero avvicinarsi all’attività di volontariato con i bambini e gli adolescenti, anche solo per un paio d’ore alla settimana», conclude Fausta che aggiunge: «Porterebbe idee, entusiasmo e allegria nel rapporto con i propri figli».
Adesso Fausta è un’insegnante d’italiano per stranieri a tempo pieno e l’attività di insegnante volontaria è diventata la sua professione principale. Il testo che Fausta ha elaborato è il seguente:
LA STORIA DI ANTONELLA PANINABELLA
ANTONELLA E’UNA RAGAZZA DI 13 ANNI, SEMBRA (SHE SEEMS) SEMPRE FELICE, AIUTA GLI AMICI E TUTTI I RAGAZZI CHE SONO TRISTI E HANNO PROBLEMI.
NESSUNO SA CHE ANCHE ANTONELLA HA UN PROBLEMA GRANDE: SI SENTE SOLA E SENZA AMICI.
ANTONELLA NON PARLA A NESSUNO DI QUESTO GRANDE PROBLEMA E I SUOI GENITORI NON SANNO NIENTE E NON CAPISCONO CHE LEI STA MALE.
IL GIORNO 28 NOVEMBRE 2017 ANTONELLA PRENDE IL SUO CELLULARE E VA A SCUOLA.
QUANDO SCENDE DALLA MACCHINA DEI SUOI GENITORI, NON VA A SCUOLA VERAMENTE, MA ENTRA DENTRO UN PALAZZO.
SCRIVE TANTI MESSAGGI A TRE SUE AMICHE E LE SALUTA PER SEMPRE.
DUE AMICHE HANNO IL CELLULARE SPENTO E NON LEGGONO IL MESSAGGIO, L’ALTRA AMICA LO LEGGE, MA PENSA CHE NON SIA VERO, PERCHE’ ANTO ERA SEMPRE FELICE.
NESSUNO PARLA CON LEI, NESSUNO CERCA DI FERMARLA O DARLE CORAGGIO.
ALCUNE PERSONE VEDONO ANTONELLA IN PERICOLO SUL TERRAZZO, CAPISCONO CHE VUOLE UCCIDERSI E CHIAMANO LA POLIZIA.
ANTONELLA HA PAURA DELLA POLIZIA, COSI’ QUANDO SENTE LE SIRENE DECIDE DI MORIRE.
I GENITORI DI ANTONELLA SONO DISPERATI (MOLTO MOLTO TRISTI E SENZA SPERANZA) E NON POSSONO FARE PIU’ NIENTE ADESSO PER ANTONELLA.
ALLORA DECIDONO DI AIUTARE TUTTI I RAGAZZI COME LEI: RAGAZZI CHE SI SENTONO TRISTI, SOLI E DIVERSI DAGLI ALTRI.
VANNO A PARLARE CON TUTTI LORO NELLE SCUOLE E IN GIRO PER L’ITALIA.
VOGLIONO FARE CAPIRE A QUEI RAGAZZI CHE TUTTI POSSONO ESSERE IMPORTANTI.
SE C’E’ UN PROBLEMA, I RAGAZZI DEVONO CHIEDERE AIUTO E PARLARE CON I GENITORI, I PROFESSORI, GLI AMICI, I FRATELLI.
ANCHE A SCUOLA MONTALE C’ERA UN RAGAZZO CHE E’ MORTO, PERCHE’ E’ CADUTO DAL TETTO (THE ROOF) DEL CENTRO SARCA.
VOLEVA (HE WANTED) FARE UN SELFIE IN ALTO E FARSI VEDERE DA TUTTI I RAGAZZI, INVECE E’ CADUTO ED (AND) E’ MORTO.
E’ SUCCESSO (IT HAPPENED) DUE MESI FA, ERA UN RAGAZZO PROPRIO COME TUTTI VOI!
ORA NON C’E’ PIU’!!!!!!!