Il 19 luglio 2018, alle 19:30, viene annunciata la nascita delll’Associazione “Anto Paninabella”, creata per combattere il mal di vivere, le incertezze tipiche dell’adolescenza e il disagio interiore che alberga nella mente di molti giovani.
Nell’apparente normalità di una mattina, il 28 novembre 2017, a 13 anni, Antonella Diacono ha deciso di “andare via”, compiendo un gesto apparentemente inspiegabile agli occhi di chi la conosceva. Antonella non ha lanciato alcun messaggio di aiuto. Nessuna parola o gesto ha potuto far prevedere ciò che sarebbe accaduto.
Testimonia il papà, Domenico Diacono: “Il motivo del suo gesto se lo è tenuto per sé, ecco perché daremo vita ad un progetto che aiuti i genitori a decifrare i comportamenti dei figli, i ragazzi hanno bisogno di interlocutori che sappiano ascoltare, questo può essere determinante per loro”. L’obiettivo che si pone l’associazione inoltre è coinvolgere scuole e istituzioni, per aiutare i giovani a parlare dei problemi che turbano il loro animo.
Anche la redazione della Dramateach Company, attraverso la pubblicazione di articoli in rete, ha tra i suoi principali obiettivi quello di dare voce al mondo dei giovani, ai loro sogni, alle loro speranze ma anche alla loro sofferenza, alle loro paure. Per questo è da sempre impegnata contro il bullismo, la violenza di genere e tutte le forme di emarginazione e discriminazione che concorrono al disagio giovanile. Ed è da questa comunione di intenti che è nata la collaborazione con l’associazione “Anto Paninabella”.
Antonella ci ha lasciato piccoli frammenti della sua breve vita: in queste pagine private non parla di atti di bullismo subiti, ma attraverso il libero fluire dei suoi pensieri si comprende come sia stata, o si sia sentita, vittima dell’indifferenza, della marginalizzazione, ed infine sia caduta in balia di una solitudine interiore così dolorosa da risultare insostenibile. Ha fatto il tragico errore di non chiedere aiuto.
Antonella aveva un sogno: “ho il sogno di cambiare le cose, non solo ora, ma anche quando sarò più grande”. Forse un modo perché questo sogno si avveri, perché nessuno si senta più irrimediabilmente “sbagliato”, “inadeguato”, “solo” è quello di far arrivare a quante più persone possibili la sua storia, quella storia che poco prima di concludersi affidava alla pagina bianca queste parole:“Per tutte le persone sole, apatiche e tristi voglio dare solo un messaggio. Non siete i soli a soffrire. Non siete soli”
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