(27/2/2018)
Molti hanno conosciuto Antonella per la prima volta dalle sue parole “depresse”.
Vorrei che la conosceste anche nella sua versione, come avrebbe detto lei, “felicia”, che era quella che mostrava al mondo intero.
Non so scrivere come lei, sicuramente sarò molto meno efficace, ma spero di darvene una idea. Sono convinto che sia una idea condivisa da tutti coloro che la amavano, ed ancora e per sempre l’ameranno.
Vorrei raccontarvi di Antonella sopratutto attraverso le cose che amava.
- Amava le storie.
Da piccolissima ogni volta che vedeva delle lettere chiedeva “che c’è scritto qui?”. Per tanto tempo ho letto ad alta voce, seduto vicino ai suoi piedi mentre lei era sotto le coperte, prima del sonno; in principio favole e storie della buonanotte, poi storie più impegnative ed interi libri. Lottava sempre strenuamente con il sonno per rimanere sveglia il più possibile. Ha sempre pensato a quei momenti con tenerezza, come me, e ricordava interi libri per averli sentiti da me la sera.
- Amava leggere.
Leggeva da sempre, da quando ha iniziato a saperlo fare (prima faceva finta, almeno credo… ).
Da piccola leggeva i fumetti di Topolino, le piacevano anche i Peanuts, e ultimamente aveva una passione per Sio, che la faceva sbellicare (no davvero, dovevamo chiederle di ridere in modo meno entusiasta… ), e per Zerocalcare.
Ha amato molto i fantasy, Licia Troisi, Harry Potter, Hunger games, e riempirei la pagina elencando la sua libreria. Aveva scoperto le storie di Sherlock Holmes e un suo scaffale è ancora lì, pieno di libri sul tema. Compreso un volume di 1000 pagine, che non ha finito, con tutti i racconti di Conan Doyle, che lei si portava ovunque: a mare come in montagna.
Poco prima di lasciarci mi aveva chiesto “Orgoglio e Pregiudizio”, ne aveva parlato con un amico in classe. Si era rammaricata di aver “perso tempo” con i fantasy, io le avevo risposto che aveva tutto il tempo che voleva, e lei mi aveva sorriso.
Le era piaciuto molto “Il mondo di Sofia”, non vedeva l’ora di studiare filosofia al liceo, c’era rimasta male nello scoprire che avrebbe dovuto aspettare ancora.
- Amava la musica.
Il 9 Novembre 2017 era con me al Petruzzelli per la “Lucia di Lammermoor”. Abbiamo visto insieme anche la “Manon Lescaut” a Marzo, non dimenticherò mai il suo sguardo quando si aprì il sipario. Era entusiasta. Disse che era lo spettacolo più bello che avesse mai visto.
Le era piaciuto moltissimo “Notre Dame de Paris”, che andò a vedere poco tempo dopo, e mi sono dovuto sorbire lei e la mamma che storpiavano le canzoni in macchina per mesi.
Il 18 Novembre 2017 era al Palaflorio con la mamma per il suo cantante preferito, Caparezza. “Una chiave” è la sua canzone … ascoltatela.
Da piccola (parlo di 9- 10 anni) il suo cantante preferito era invece Samuele Bersani…solitamente quando lo diceva suscitava reazioni incredule, ma davvero ricordava i suoi testi a memoria.
Ascoltava anche Bach, De Andrè, Capossela, Van de Sfroos, Battiato, Chopin e tutto quel che riusciva a trovare su internet e che le piacesse, sia in italiano che in inglese.
L’ultimo ballo insieme lo abbiamo fatto Domenica 26 Novembre sulle note di “Amnesia” dei The Fabulous Thunderbirds, in soggiorno.
Ogni mattina si vestiva con il cellulare acceso e la musica che suonava.
- Amava, tanto, il teatro.
Se ne era innamorata vedendo dei corsi tenuti in una piscina dove lei, con non molto impegno, andava per imparare a nuotare.
Ha seguito per 4 anni i corsi al teatro Forma, e per un anno all’Abeliano.
In teatro stava bene, era contenta di incontrare le sue compagne di avventura, si sentiva accettata e amata. Si divertiva molto sul palco, e si divertiva a vedere gli altri recitare: quanti spettacoli abbiamo visto insieme…
- Amava poltrire (!).
La sua attività preferita era rimanere buttata sul letto o sul divano, a leggere le storie su wattpad, o giocando con il Nintendo, o vedendo una serie su Netflix, spesso, come ho detto prima, ridendo a voce così alta da disturbare le attività di tutti.
Le nostre vacanze in montagna erano un tira e molla tra me che volevo muovermi, e lei che aveva come supremo ideale stare stesa su un prato a guardare le nuvole. Tutta la giornata possibilmente…
- Amava andare per musei.
Le piaceva curiosare, vedere cose antiche e belle, sentire le storie che le guide raccontavano. La sua vacanza preferita, per sua ammissione, l’ha passata a Firenze, dove per una settimana abbiamo girato musei e salito scale su campanili e torri e cupole, e dopo girato altri musei.
Ai tempi aveva 12 anni, e quando andammo a ritirare i biglietti l’addetta ci disse che agli Uffizi potevamo seguire un percorso ridotto, adatto ai bambini. Lei rispose subito che voleva vedere TUTTO!
Voleva andare a Londra per visitare il British Museum.
- Amava le serie televisive.
Ad Agosto ci aveva chiesto Netflix, per vedere finalmente la serie di Sherlock, il cui attore protagonista tra l’altro, come dire , incontrava i suoi gusti…
Poi aveva scoperto Stranger Things, e vedevamo insieme sul divano Black Mirror, mentre Paolo e mamma erano in palestra.
- Amava la giustizia
Quando qualcuno parlava male di una persona basandosi sul colore della pelle o sulla sua provenienza non riusciva a trattenere la rabbia. Proprio non riusciva a digerire le disuguaglianze e i pregiudizi, di nessun genere. E forse proprio da qui era nato il suo interesse per la politica.
Era attenta a chi stava male, in ogni occasione. Per fare un piccolo esempio nell’ultimo saggio di teatro ha semplicemente regalato il suo bouquet di fiori alla sua amica che non ne aveva avuto nessuno. Così, senza aspettarsi nulla in cambio, e le era sembrata strano il nostro stupore.
Le dispiaceva se qualcuno veniva rimproverato, perché si immedesimava in chi stava male.
- Amava gli insetti
Era capace di stare ore a guardarli e toccarli (bleah). Per un lungo periodo è stata convinta che avrebbe fatto l’entomologa, prima di pensare alla politica.
- Amava Undertale
Lo so… probabilmente non sai cosa sia Undertale. E’ un videogioco abbastanza “di nicchia”, che a lei era piaciuto tantissimo. Anche se… non l’aveva mai giocato! Seguiva i video su youtube dove altre persone esploravano tutti i dettagli del programma. Tanto che quando con il fratello si erano decisi ad acquistarlo ci avevano ripensato: ormai lo conoscevano a menadito. Nei suoi profili su wattpad si definiva “La_lovvatrice_di_Undertale “, oltre che “Una fangirl asociale e lamacornosa”.
- Amava il mare
Come ha scritto sua zia “passava ore in acqua (o meglio sott’acqua), non aveva nessuna paura delle onde o della profondità e sembrava fosse il suo elemento naturale. Scherzava e bisticciava sempre con il fratello, ma alla fine le giornate trascorrevano tranquille e spensierate ed in macchina, al ritorno, crollava spesso dal sonno.”
Si imbarazzava guardando scene emozionanti. A volte, quando in una storia due si baciavano, o c’era una scena più coinvolgente o di tensione, si alzava e scappava nella sua stanza ridendo.
Era molto orgogliosa. Non potevi farla piangere in nessun modo. Mai. E questo da sempre.
Le piaceva tantissimo fare regali, ma molto meno riceverne. Non ha mai mostrato particolare interesse per le cose materiali, erano solo mezzi.
Aveva anche difetti, come tutti, ma noi amavamo tanto anche quelli.
Il 28 Novembre 2017 Antonella ha deciso di andare via, non ce la faceva più, si è suicidata. Era assurdamente convinta che a nessuno importasse di lei.
“È difficile continuare, ogni cosa fa male e sono sicura che dopo un periodo di assestamento a nessuno importerà della mia morte”
Ci ha lasciato delle lettere personali, dove si è preoccupata di dirci che non era colpa nostra. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, o semplicemente andarsene in silenzio. Ha impiegato invece le sue ultime ore per dirci che ci amava. Non ha dato a nessuno la colpa di quanto stava facendo.
Ha anche scritto per lei parole di odio ingiusto, senza alcun senso:
“ Odiata me. Mi sei sempre stata sulle scatole. I tentativi di metterti sotto una buona luce sono tutti falliti. Sei orribile. Egoista. Brutta. Poco atletica. Idiota. Pigra. Non ti impegni né in quello che ti piace né in quello che non ti piace né in quello che devi fare. Sei antipatica e falsa. Per questo mi mancherai così tanto.”
Ha scritto di aver “urlato” la sua sofferenza, ma non è vero, non ne ha MAI fatto parola, né ha mai avuto nessun comportamento sospetto, o che potesse essere interpretato come una richiesta di aiuto.
Forse si aspettava che noi tutti fossimo capaci di capirla anche senza parole o gesti, forse non voleva che ce ne accorgessimo perché per qualche motivo se ne vergognava, forse pensava non ci fosse speranza di avere aiuto, forse era sicura di riuscire da sola a sconfiggere la sofferenza.
Il vero motivo lo ignoro, probabilmente non lo sapremo mai.
Vorrei concludere riprendendo alcune sue parole:
“Per tutte le persone sole, apatiche e tristi voglio dare solo un messaggio. Non siete i soli a soffrire. Non siete soli.”
Se anche tu ti senti come si sentiva lei, depressa, senza futuro, sola, PARLA, GRIDA, FATTI SENTIRE, assicurati che ti abbiano capito e capito bene.
Nessuno è capace di salvarsi da solo dalla depressione e dalla disperazione profonda.
Se Antonella avesse parlato anche solo una volta avremmo potuto aiutarla.
Come ha scritto una sua compagna di scuola:
“Rifugiatevi in ciò che amate, cercate il conforto, non chiudetevi. Urlate. Urlate fortissimo, sbattete le porte, picchiate qualcuno ma cazzo, ditelo. Non sto bene, URLATELO.
C’è chi potrebbe aiutarvi. Non siete errori, difettosi, siete umani.
Vivete.”
Ho qualche perplessità sul picchiare qualcuno, ma se poi gli spiegate perchè potrebbe anche andare bene…in casi eccezionali!
Inoltre, se qualcuno ti ha confidato di sentirsi solo, di peso per il mondo, depresso o senza alcun futuro possibile indirizzalo verso chi può aiutarlo, incoraggialo a parlare, non sottovalutare la sua sofferenza, anche se ha solo 13 anni.
Potresti fare la differenza.
Ti amerò per sempre Paninabella, aspettami se puoi.
Il tuo papino bello
Nei commenti di QUESTO ARTICOLO ricordi e pensieri su Anto.