Questa mattina, nel giorno del compleanno di Antonella, abbiamo ricevuto un regalo inaspettato: le lettere che decine di ragazzi e ragazze, tra quelli incontrati in questi mesi alla IC Zingarelli di Bari, hanno voluto scrivere a noi e ad Antonella.

Li ringraziamo davvero con tutto il cuore, in giorni come questo in cui le forze ci sembrano del tutto insufficienti, e ci chiediamo se valga la pena quel che facciamo, queste parole sono per noi… terapeutiche! 🥰

Se volete capire un po’ di quel che accade quando parliamo insieme ai ragazzi, stavolta dalle loro parole, ed avvicinarvi a quel che sentono e pensano, provate a leggere qualcuno dei loro testi.

Sul sito di Zingarelli News gli originali:

🔗https://www.zingarellinews.it/

che ho anche riportato qui:

Qualche frase estratta dalle lettere:

“io sono così e so che vuol dire non essere creduta da nessuno solo perché hai sempre il sorriso.
Vorrei dire ancora due cose.
La prima a chi soffre: non chiudetevi in voi stessi e parlatene con qualcuno, so di essere contraddittoria perché sono la prima che non riesce a farlo, ma non voglio che voi facciate il mio stesso errore.
La seconda a tutti gli altri: non giudicate mai una persona dalla “copertina” perché un sorriso sul volto non vuole dire stare bene.”

Agnese

“Mi sono ripromesso, dopo questo incontro, di essere più vicino alle persone più isolate o con più difficoltà. So di non essere un supereroe, che può riuscire a rendere gioiosa una persona travagliata ma, nel mio piccolo, anche io ora so di poter fare qualcosa.”

Michele

“Ecco, questo porto con me più di tutto da questo incontro: l’importanza dell’ascolto vero.”

Matteo

“Ciò che però più mi fa riflettere sulla nostra società è il credo comune “io capisco sempre gli altri ma gli altri non capiscono me” solo che, pensandoci bene, se tutti la pensano in questo modo questa frase rappresenta semplicemente un paradosso: come posso sentirmi solo se tutti gli altri sono convinti di capirmi e, a loro volta, come gli altri possono sentirsi soli se io sono sicuro di conoscerli alla perfezione? Beh forse chi lo pensa non conosce l’interno di chi lo circonda, ma solo la superficie e se si conosce solo la parte esterna, si torna al problema d’origine: la continua presenza di maschere che non permetterà mai di farsi conoscere fino in fondo.”

Ivan

“Di fronte a tutto ciò, noi che cosa possiamo fare? Possiamo fare in modo che ciò non si ripeta mai più? Secondo me la risposta è sì… andiamo incontro a chi è solo, interessiamoci di chi ci sta accanto, prendiamo a cuore chi è ‘‘diverso’’ da noi e soprattutto impariamo ad ascoltare e a esprimere le nostre emozioni, sensazioni, stati d’animo.

Non lasciamo sole tutte le ‘‘Antonella’’ che sono vicino a noi.”

Giada