Sapete,
per tutta la vita ho sentito l’obbligo di avere un motivo “valido” per poter cercare aiuto: anche se stavo male, non avrei mai potuto cedere ai sentimentalismi, perché “c’è sempre chi sta peggio, dai, non pensarci”.
Ed è così che ho iniziato a rinchiudere i miei dolori più profondi nei problemi che mi circondavano: se stavo male, finivo per parlare del mondo circostante, di ciò che capitava all’infuori di me: mi sono annullata per rendere il mio dolore più appetibile, ma alla fine mi ha divorata da dentro.
Anche se si, erano situazioni esterne a farmi soffrire, il mio dolore non era lì, era qualcosa di molto più viscerale ed irrazionale, qualcosa che a parole sembra sempre banale, solo perché risulta invisibile.
Ricordatevi di far guarire le ferite, e che per far formare la cicatrice ci vuole tempo, pazienza e impegno, ma anche una buona dose di aiuto.
E cosa più importante: non sentitevi in dovere di fingervi “ok” solo perché vi sembra di starla tirando per le lunghe: rispettatevi, rispettatevi sempre, amate i vostri sforzi e ricordate di mettere al primo posto voi, di non cercare il “buon motivo per chiedere aiuto” e soprattutto non aspettate di “stare male abbastanza” da poter chiedere aiuto
Non esiste una singola ferita che non sia degna di essere accudita, ricordatevelo sempre.
Vi abbraccio forte.
Ricordatevi di volervi bene.
Gaia, 19 anni