Le nostre non sono conferenze, e neanche lezioni. Sono incontri.
Incontriamo una comunità, scolastica, come in questo caso, o parrocchiale o di una palestra. Ma non è esatto dire che siamo noi ad incontrarla, è più corretto dire che facciamo in modo che possa incontrare Antonella. La sua storia, e le sue parole.
Può succedere, come in questo caso, che nella maggior parte dei presenti non vi sia interesse ad ascoltare Antonella. Di solito continuiamo, concentrandoci su chi dimostra invece di essere interessato. Ieri purtroppo io non sono stato in grado di farlo perché il chiasso e le risate erano davvero tante, e mi dispiace davvero per quei ragazzi che erano li per conoscere Anto. Per la prima volta non mi è sembrato opportuno mostrare il video con le parole e le immagini di Antonella.
Spero che quel che Angela dopo di me è riuscita a trasmettere li abbia raggiunti. Grazie a tutti coloro che hanno continuato ad ascoltarla.
La discussione dopo l’intervallo ha preso una piega che non ci è piaciuta. Noi ribadiamo la nostra posizione: la crescita dei ragazzi dipende in modo critico dalla collaborazione tra scuola e famiglia e ragazzo, non è possibile addossare ad uno solo di questi tre attori la responsabilità di momenti poco felici o di un vero e proprio fallimento. E gridare non migliora la situazione.