Fin dalla nascita della associazione Domenico e Angela, i genitori di Antonella, si sono resi disponibili a portare la storia di Anto, e la loro storia, a chiunque sia interessato ad ascoltarla.

Ci sono delle cose da dire con chiarezza, lasciamole dire a loro:

  1. Non chiediamo compensi di nessuna natura, non è obbligatorio fare donazioni all’associazione, né è necessario acquistare un certo numero di libri o di qualsiasi altra cosa, non vendiamo nulla.
  2. Non c’è un copione da seguire (e che magari possiamo mandarvi), non siamo due attori che portano in giro una pièce teatrale. Sicuramente il punto di partenza è Antonella, e tutto quel che diciamo è condizionato da lei. Noi proviamo a rendere pubblica la nostra riflessione personale su quel che ha vissuto Anto e su quel che stiamo vivendo noi, nella speranza che possa essere utile. Se ci siamo visti qualche tempo fa, probabilmente adesso ci troverete cambiati.
  3. Quel che diciamo è frutto del nostro particolare cammino e della nostra storia particolare. È la condivisione di una esperienza e non una conferenza tecnica su qualsivoglia tema. Se avete bisogno di affrontare in modo più tecnico un particolare argomento relativo al benessere dei ragazzi sentiamoci, siamo in contatto con professionisti fidati dei quali prendiamo in carico l’onorario quando possibile.
  4. Non ci proponiamo mai autonomamente, né organizziamo da soli gli incontri. Se ci chiedete “Perché non siete venuti qui”, la risposta è sempre e invariabilmente: “Perché nessuno ci ha invitato”. Ovunque sia “qui”.
  5. Gli incontri con ragazze e ragazzi sostanzialmente vertono su due punti: il primo è “non siete soli“, e contiene l’invito a non vergognarsi mai di quel che si prova e a chiedere aiuto quando lo si sente necessario. Il secondo è “andate contro i pregiudizi“, un invito ad accogliere la diversità e a permettere a chiunque di esprimersi senza paura. I virgolettati sono di Antonella. Oltre al dialogo diretto usiamo bigliettini anonimi per cercare di cogliere i sentimenti anche di chi ha difficoltà ad esprimersi.
  6. Parliamo di suicidio? Non direttamente, perché, di nuovo, non siamo dei tecnici e non parliamo a dei tecnici. Ma la nostra storia parte dal suicidio di Antonella, che non possiamo dimenticare. Vorremmo trasmettere la consapevolezza che di qualsiasi malessere, di qualsiasi pensiero (anche quelli autolesionistici) si può e si deve parlare, per trovare aiuto e non sentirsi soli e inaiutabili come si è sentita Antonella.
  7. Parliamo di bullismo? Anche in questo caso non direttamente. Come abbiamo cercato di spiegare in questa pagina, siamo certamente disponibili a partecipare ad incontri sul bullismo, e lo abbiamo già fatto molte volte, perché in un ambiente in cui c’è il rispetto e l’attenzione per l’altro, in cui le parole di Antonella “andate contro i pregiudizi“, “fate il primo passo“, vengono applicate, non può esserci nessuna forma di bullismo.
  8. Abbiamo incontrato ragazze e ragazzi dalla 4 classe della primaria alla quinta delle secondarie di secondo grado, ovviamente adeguando temi e linguaggio. La nostra fascia “naturale” di riferimento però va dalla seconda classe della secondarie di primo grado alla seconda classe della secondaria di secondo grado (seconda media-seconda superiore).
  9. Riteniamo che sia estremamente importante che al nostro incontro con ragazze e ragazzi segua al più presto, compatibilmente con gli impegni didattici, un lavoro in classe guidato dai docenti coinvolti (ovviamente senza di noi), in modo che si possa avviare una riflessione sulle emozioni provate e sui pensieri evocati.
  10. Negli incontri con gli adulti dopo aver brevemente raccontato della storia di Antonella, cerchiamo di trasmettere quel che abbiamo imparato su ragazze e ragazzi durante i nostri incontri, e lasciamo sempre molto spazio per il confronto.
  11. Cosa pensiamo della relazione tra Antonella, l’associazione ed il bullismo lo abbiamo scritto più estensivamente in questa pagina citata prima, e non abbiamo cambiato idea.

Per contattare Angela e Domenico e organizzare un incontro è possibile inviare un WA (e solo quello, il telefono non è presidiato) al numero 3518281944, o una email a info@paninabella.org.

In questa pagina non sono elencati tutti gli incontri fatti: sarebbe troppo lungo e non vogliamo avere un approccio “prestazionale” alla questione: non importano i numeri totali, ma la possibilità di restituire volta per volta un briciolo di senso alla sofferenza di Anto e della sua famiglia, e di poter essere di aiuto ad ogni persona che incontriamo.

Abbiamo comunque documentato ogni incontro nella pagina delle Notizie dalla Associazione, per darne conto a chi ci segue. Basta selezionare la categoria “incontri” per poterli scorrere.


Per sostenere l’associazione puoi destinarle il tuo 5×1000 nella dichiarazione dei redditi, o effettuare un bonifico o una donazione detraibile con carta di credito o di debito tramite Paypal, in questa pagina trovi tutti i riferimenti. GRAZIE!