Prima volta al Liceo Scacchi di Bari per Panina, Sabato mattina. Due incontri per circa 200 studenti, tanta attenzione e partecipazione, una valanga di “messaggi nella bottiglia” con emozioni, esperienze, confessioni e commenti illuminanti
Grazie a Gabriella Violante, che ci ha invitato, alla dirigente e agli altri docenti, ma soprattutto a ragazzi e ragazze che si sono lasciati toccare dalla storia di Anto.
Dai biglietti:
-“Ho paura di essere giudicat* e non capit* per la mia ansia. Ho paura che gli altri non mi vogliano aiutare. Grazie per essere venuti qui a condividere la vostra storia con noi, mi sento meno sol*.”
-“Sin da piccol* i miei genitori hanno avuto molte aspettative su di me, riempiendomi di complimenti ed ovviamente pensando di star facendo una cosa buona. Con il passare degli anni però mi sono res* conto di non essere così ‘perfett*’ come dicevano, e ogni volta che mi sono trovat* in difficoltà ho preferito tenermi tutto dentro per paura di deluderli. Anche adesso ho estremamente timore di parlare di come mi sento, temendo che gli altri cambino la percezione che hanno su di me”
-“Per tutta la vita ho sentito un peso addosso, per me che ‘ho il potenziale’, ‘perché non fai il medico, l’avvocato…’. Ne ho sentite di tutti i colori. Ora sto meglio e non ascolto più gli altri. Sto iniziando davvero a mettere ciò che voglio io come priorità e sto iniziando a stare meglio. Ciò che voglio dire è FATE QUELLO CHE VOLETE FREGATEVENE! Starete molto meglio, fidatevi…”
-“…so che la maggior parte delle volte non lo fanno con cattiveria, ma questa cosa potrebbe peggiorare le cose facendoci sentire non capiti ma soprattutto non ascoltati. Ci dicono frasi del tipo ‘pensa alle persone che hanno problemi seri’ oppure ‘Io alla tua età non avevo questi problemi’ o ancora ‘Decidi tu se essere felice o no, quindi sii felice.’ Penso sia importante formare i genitori riguardo questi argomenti perché molte volte quello che fanno per aiutarci peggiora solo la situazione”