Ieri 27 Aprile abbiamo incontrato tre classi del Marconi-Hack. E questa volta il plurale è davvero appropriato: con me c’era Barbara Battino, che è anche docente in quell’Istituto, e la nostra psicologa Giovanna Susca.
Credo che gli interventi dei ragazzi abbiano avuto un tema comune: troppo spesso noi adulti sottovalutiamo quel che stanno provando, derubricando ogni problema o sofferenza a “ragazzata”. Ma questo modo di affrontare il dialogo di fatto lo nega, perché chi non si sente preso sul serio, a volte addirittura deriso, poi non si aprirà più.
Io credo non ci sia un “misuratore di problemi” al quale attaccarsi via telefonino, e che ci dica in valore assoluto il valore della nostra sofferenza. Ogni sofferenza è importante per chi la vive come tale. Cerchiamo di dare la giusta importanza al sentire di chi si fida di noi, senza mancare di ricordare che ci siamo, e che nessuna emozione è definitiva. C’è sempre una chiave!! 🙂