Cara Antonella,
non so perche’ scrivo a te, perche’ in teoria tu questa lettera non la potrai mai leggere, dico in teoria perche’ nessuno in realta’ sa veramente cosa ci sia dall’altra parte.
Il giorno 19 marzo 2019, ho finito di leggere il tuo libro, dopo quasi 3 mesi che l’avevo incominciato e che stava sul mio comodino, sempre li a guardarmi.
Non e’ una data a caso quella che ho scelto, forse inconsapevolmente, per finire di leggere le tue parole: il 19 marzo è la festa del papà e purtroppo il mio l’ho perso quasi 6 anni fa.
Sai cara Antonella io mi rivedo molto in te, e leggendo il tuo libro sono tornata alla mia infanzia, alla mia adolescenza quando avevo ancora il mio papà che, come il tuo ha fatto e sicuramente avrebbe continuato a fare, mi rassicurava solo con uno sguardo.
Ti scrivo perché volevo ringraziarti, perché con le tue parole mi hai ricordato quanto sia importante la giustizia e la morale; sai l’ultimo anno al lavoro è stato un po’ difficile per me, proprio perché ho incontrato persone con un senso diciamo… un po’ dubbio sulla morale. Non ti nascondo che alle volte, anche se sono un po’ più grande di te (è meglio non dire l’età…) ho avuto il dubbio di essere io quella sbagliata ma tu, strano a dirsi, mi hai ridato la consapevolezza che non è cosi.
Ringrazio te, anche se come tutti avrei preferito ascoltare quelle parole dalle tue labbra e non leggerle su un libro, per aver condiviso con noi i tuoi pensieri e le tue paure, e anche i tuoi genitori e Paolo per averci dato la possibilità di “leggerti”.
Una persona che ti ringrazia
P.S.
Il tuo libro non è nella libreria, ma rimane sul mio comodino a darmi “forza” e “speranza”.