Si è concluso oggi il ciclo di incontri con le terze classi della secondaria di primo grado della Zingarelli di Bari. Dieci classi per cinque incontri, ognuno con il suo particolare stare insieme, con il suo singolare dialogo tra me, i ragazzi, ed Antonella.
Grazie mille a chi ci ha voluto a scuola, ai docenti e ai ragazzi e alle ragazze che ci hanno accolti. Ne usciamo cresciuti, come speriamo sia successo per voi, perché “alla fine quel che conta sono le relazioni”. E mi raccomando, continuate a nuotare, sempre.
Dai biglietti che ci hanno lasciato i ragazzi:
-“Vorrei tanto essere capace di esprimere le mie sensazioni liberamente”
-“Ho paura di non riuscire ad esprimermi, di sbagliare. Ho paura che gli altri mi ignorino, che non diano la giusta importanza a quello che dico e a quello che sento”
-“Secondo me la paura è come un corridoio con tante porte, a volte bisogna solo trovare le chiavi”
-“Grazie a lei ho capito l’utilità della parola”
-“io penso che parlare sia la cosa più importante da fare, rende tutto più semplice perché se molte persone sanno del tuo problema ti possono aiutare”
-Ogni volta che parlo dei miei problemi o preoccupazioni i miei genitori mi sminuiscono come se fosse tutto nella mia testa e non esistesse realmente, facendo *paragoni* con le mie amiche più brave
-Spesso le “squalifiche ironiche” sono peggio di aggressioni fisiche
-Questo incontro mi ha fatto capire di non tenere tutto il dolore dentro ma di parlarne con persone che sono care
-Sono uscito da un brutto periodo confidandomi con mia madre. Spesso non si dice come si sta per non vedere la delusione negli occhi degli altri.
-Qualcuno veramente mi vuole ascoltare?
-Il primo passo è accettare noi stessi, perché siamo noi il giudice più esigente”
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“Questo incontro ci ha insegnato ad ascoltare non solo con le orecchie, ma anche con gli occhi e con il cuore, a prenderci cura non solo di noi stessi, ma anche degli altri, a costruire ponti, guarire ferite, dare coraggio a qualcuno. Ci ha mostrato quanto sia indispensabile imparare a rialzarsi e ci ha dettato la legge del cuore “I care”.”