SEI MITI DA SFATARE SUL SUICIDIO
In occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, noi di Anto Paninabella abbiamo deciso di condividere un testo pubblicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (fonte, pdf in Inglese).
Queste “frasi fatte” le abbiamo sentite tante volte e chissà, magari ci è capitato anche a volte di pensarle.
L’OMS da tempo invita a contrastare queste convinzioni errate. Soffermiamoci oggi a riflettere su ciascuna frase, perché potrebbe fare la differenza.
MITO: Meglio non parlare di suicidio, può essere interpretato come un incoraggiamento o suscitare in qualcuno l’idea.
FATTO: Dato lo stigma diffuso intorno al suicidio, la maggior parte delle persone che ci stanno pensando non sanno con chi parlarne. Piuttosto che incoraggiare un comportamento suicida, parlarne apertamente può dare invece all’individuo altre opzioni o il tempo di ripensare alla sua decisione, prevenendo così il suicidio.
MITO: Le persone che parlano di suicidio non sono serie e non lo faranno mai.
FATTO: Le persone che si uccidono hanno spesso detto prima a qualcuno che non pensano che la vita sia degna di essere vissuta, o che sia priva di significato, o che non hanno futuro. Alcuni possono anche aver detto esplicitamente di voler morire. È certamente possibile che qualcuno possa parlare di suicidio per ottenere attenzione, per chiedere aiuto, e in questo caso è comunque importante dare l’aiuto richiesto.
Prendere sempre sul serio qualcuno che parla di avere pensieri sul suicidio e aiutarlo a ottenere il sostegno di cui ha bisogno potrebbe salvargli la vita.
MITO: La maggior parte dei suicidi avviene senza preavviso.
FATTO: La maggior parte dei suicidi è preceduta da segnali di avvertimento, sia verbali che comportamentali. Naturalmente ci sono alcuni suicidi che avvengono senza preavviso. Ma è importante capire quali sono i segnali di allarme e fare, sempre, molta attenzione.
I principali sono pensieri di morte, umore depresso, cambiamenti di comportamento o di umore repentini, alterazioni nelle abitudini, disinteresse per il proprio aspetto esteriore, isolamento individuale e sociale, aumento del consumo di alcool e droghe e autolesionismo.
MITO: Chi ha tendenze suicide è determinato a morire.
FATTO: Al contrario, le persone con tendenze suicide sono spesso ambivalenti sul vivere o morire. L’accesso ad un sostegno emotivo al momento giusto può essere determinante nel prevenire il suicidio.
MITO: Chi ha per una volta tendenze suicide le avrà per sempre.
FATTO: L’elevato rischio di suicidio è spesso a breve termine e specifico della situazione contingente. I pensieri suicidi possono tornare, ma in genere non sono permanenti e un individuo con pensieri e tentativi di suicidio precedenti può continuare a vivere una lunga vita.
MITO: Tutti coloro che si suicidano hanno disturbi mentali
FATTO: Il comportamento suicida indica una profonda infelicità, ma non necessariamente un disturbo mentale. Molte persone che vivono con disturbi mentali non sono colpite da comportamenti suicidi, e non tutte le persone che si tolgono la vita hanno un disturbo mentale.
1 commento
Silvio · 10/09/2021 alle 18:04
Per esperienza personale condivido pienamente il contenuto degli stereotipi evidenziati nello studio per prevenire il suicidio.
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